Blogger a Expo 2015

Aggiornamento: 24 mar 2018

L'Esposizione Universale del 2015 è stata dedicata all'alimentazione. Come avrei potuto non visitarla? Ecco la mia esperienza da vera blogger a Expo 2015.

A maggio è anche iniziata l'Expo 2015. Dico "anche" perché di cose - almeno nella mia vita - ne sono cominciate a iosa.

Non per niente mi trovo qui a scrivere ora dopo settimane e settimane di silenzio - almeno qui. Perché nel frattempo ho continuato a farmi sentire scrivendo un po' ovunque, come al mio solito, finendo pure in Svizzera.

Ma di questo parlerò un'altra volta. Perché riprendendo in mano le redini di questo blog voglio ripartire con ordine, da quel 1 maggio in cui è iniziata Expo 2015.

Naturalmente, ci sono stata, e non vi aspettate che ne parli in tono polemico. Non sono rimasta delusa perché non mi aspettavo una fiera in cui mi avrebbero fatto assaggiare "aggratis" prodotti tipici (cosa che Expo 2015 non è). Non sono rimasta delusa anche perché non mi aspettavo di trovarmi di fronte la geniale soluzione alla fame nel mondo, e anche perché sapevo benissimo che vi avrei trovato incoerenze lapalissiane. Sono invece rimasta soddisfatta perché mi ha dato modo di confermare alcune delle mie opinioni, smentirne delle altre e farmene delle nuove.

In fondo credo debba essere questo lo scopo di un evento come Expo 2015: far girare i neuroni dei visitatori. Attivare circuiti cerebrali. Smuovere idee. Far intuire dove, ahimè, trippa per gatti sembra proprio non essercene. E non mi riferisco al capire dove ci sono le risorse da sfruttare, ma dove le risorse, seppur scarse, hanno la seppur minima possibilità di essere sfruttate in modo proficuo.

Prendiamo il padiglione dell'Angola: mi ha lasciata di stucco. Ci ho passato dentro un sacco di tempo, e sono stata rapita dal pensiero di quanto hanno investito in questa Expo e da quanto sono riusciti a centrare in pieno la tematica.

Prendiamo, invece, il padiglione della Turchia: una delusione infinita... Eppure è un Paese che ha di che vantarsi in quanto a cibo! Chi ha visitato palazzo Topkapi a Istanbul, con le sue immense cucine e la storia che dentro vi è ricostruita, può capire bene la mia delusione di fronte a un gazebo con quattro spezie e un allestimento - carino, ma si poteva fare decisamente di più - con qualche legume e cereale.

E, poi, l'Italia. Un bel fuori tema, di quelli che quando frequentavo io il liceo ti valeva quel bel 5 in italiano. Perché puoi scrivere con un linguaggio e una grammatica impeccabili, ma se rispondi a una domanda con una risposta che non c'entra nulla hai fallito.

Ora ditemi cosa c'entrano le bellezze artistiche dell'Italia con l'alimentazione sostenibile. E poi ditemi anche perché, già che arrivi all'inaugurazione con il padiglione non ancora completato, almeno non ti prendi la briga di controllare che gli allestimenti presenti siano corretti (cartelli scambiati et similia). Suvvia, si sarebbe potuto iniziare meglio...

Per ora mi sono fatta una promessa: tornerò dando al Bel Paese un'altra chance, e per vedere un po' di quello che non ho visto. Perché sì, dimenticavo, Expo 2015 non si può visitare in un giorno. A meno che si decida di visitare tutto distrattamente, magari concentrandosi solo sui negozi di Eataly per poi tornare raccontando che è una xxxxxx.